Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino gestisce attualmente una collezione di meteoriti di notevole valore storico e scientifico, allestita a partire dalla prima metà del XIX secolo al Museo di Mineralogia dell'Università, ed ulteriormente accresciuta nel tempo, fino alle recenti acquisizioni realizzate negli ultimi anni. Dal 2007 è stata intrapresa un'operazione di revisione, ricatalogazione e verifica dei dati storici dell'intera raccolta.
Breve storia delle collezioni
La storia delle meteoriti presenti al MRSN segue di pari passo quella delle raccolte mineralogiche e geologiche, che si sono progressivamente formate a partire dal 1739, anno di istituzione del Museo dell'Università di Torino, attraverso una serie continua di acquisti, lasciti, donazioni, scambi e raccolte gestite direttamente, grazie all'intervento di numerosi scienziati e ricercatori.
Tra questi spiccano i nomi di Stefano Borson, primo Direttore del Museo di Mineralogia dell'Università di Torino e di Angelo Sismonda, suo successore, che ampliò in modo fondamentale le collezioni e riorganizzò la catalogazione secondo un sistema tuttora in uso. Sismonda realizzò anche importanti acquisizioni e curò numerosi scambi con i grandi Musei mineralogici dell'epoca.
Nel 1878 la Direzione passò a Giorgio Spezia, insigne mineralogista, che ampliò l'opera del suo predecessore, al punto che alla fine del XIX secolo il Regio Museo Mineralogico di Torino, ricco di oltre 15000 campioni, era considerato uno dei più importanti d'Europa. Verso 1912 cominciò una fase di quiescenza, se non di abbandono, dovuta ad una diversa prospettiva di studio dei minerali. Le collezioni vennero relegate in locali angusti e poco fruibili, e gli unici visitatori restarono alcuni docenti e studenti dell'Università.
Questa situazione perdurò fino al 1980, quando la collezione Mineralogica fu ceduta in comodato d'uso al neonato Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, istituito dalla Regione Piemonte in quell'anno con il compito, tra gli altri, di conservare e riordinare varie collezioni storiche dell'Università degli Studi di Torino, tra cui quelle di minerali, rocce e fossili. Inoltre il MRSN ha acquisito, a vario titolo, più di 15.000 nuovi campioni di minerali, cosicché attualmente le due collezioni riunite (universitaria e MRSN) ammontano ad oltre 65.000 esemplari tra minerali, rocce e meteoriti.
I problemi connessi al restauro dell'edificio sede del Museo non hanno permesso, fino ad oggi, l'allestimento delle esposizioni permanenti e solo attraverso alcune mostre temporanee è stato possibile presentare al pubblico una parte degli importanti reperti delle raccolte mineralogiche. Nel frattempo i campioni delle collezioni universitarie sono collocati nei depositi del Museo, in gran parte revisionati e ordinati, anche se ancora inaccessibili al grande pubblico.
Le meteoriti del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Per quanto alcune meteoriti siano state raccolte o acquistate a Torino già nel XVIII secolo, il vero inizio della collezione di meteoriti dell'Università si può far risalire all'incirca al 1840, ed è dovuto ad un insieme di circostanze favorevoli. Innanzitutto la comunità scientifica a quell'epoca si stava finalmente convincendo che le meteoriti erano qualcosa di molto particolare: oggetti provenienti dallo spazio, "fuori" della nostra Terra. In secondo luogo il 17 luglio 1840 presso Casale Monferrato, attualmente in provincia di Alessandria, si verificò la caduta di una meteorite, oggi conosciuta come CERESETO, una condrite H5 del peso complessivo di circa 5 kg. All'epoca la notizia della caduta fece scalpore, e la meteorite fu inviata ad Angelo Sismonda, l'allora Direttore del Museo. Questi cominciò una fitta corrispondenza con altri Musei e commercianti di esemplari scientifici e mineralogici del tempo. Attraverso una serie di scambi con minute porzioni della meteorite CERESETO egli ottenne diversi frammenti e porzioni di altre meteoriti note all'epoca, come ad esempio ORVINIO, HESSLE, STAUNTON, BOHUMILITZ, MILENA, EAGLE STATION, ASSISI, BRAUNAU, FOREST CITY, WICHITA, ecc.
Al Museo Regionale di Scienze Naturali è tuttora conservato il Catalogo delle Meteoriti del 1886, composto da poche pagine manoscritte, in cui sono registrate circa una cinquantina di meteoriti, la maggior parte ottenuta tramite scambi, mentre alcune sono state acquistate, donate o pervenute per invio diretto. Infatti all'epoca era d'uso inviare al Museo (oggi accade meno frequentemente) quanto si rinveniva di strano sul territorio. Ed è così che parte delle meteoriti piemontesi è giunta in Museo.
Durante gli ultimi cinquant'anni, anche se non dimenticata dai curatori, la collezione di meteoriti è rimasta nascosta, pressoché inavvicinabile. Raramente alcuni studiosi, venuti a conoscenza tramite pubblicazioni storiche che al Museo di Mineralogia di Torino erano conservati esemplari di meteoriti, venivano ad esaminarli. Solo negli ultimi tempi, grazie all'intervento di Roberto Compagnoni (Università di Torino) e di Gabriel Iancu (Università di Iasi, Romania), qualche campione è stato analizzato e riportato alla luce per la comunità scientifica.
A partire dal 2007, la raccolta è stata interamente revisionata dal personale del Museo per verificarne lo stato di conservazione e di aggiornamento catalografico, nel quadro del grande progetto di ricatalogazione dei campioni universitari, in corso da oltre vent'anni. Durante la revisione è stata verificata la storicità di alcune meteoriti e la veridicità di altre (alcuni esemplari, già registrati come meteoriti, si sono rivelati in effetti degli artefatti). Sono stati ricercati, ordinati e archiviati i documenti storici delle cadute. Si è provveduto a documentare fotograficamente tutto il materiale e ad aggiornarne la classificazione. Il risultato di questo lavoro è il Catalogo delle Meteoriti del Museo di Mineralogia e Petrografia dell'Università e del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, di recente pubblicato nella serie Cataloghi (XVIII, 2018) edita dal Museo stesso.
Dieci importanti meteoriti italiane
Nella collezione del Museo Regionale di Scienze Naturali si contano oggi una decina delle più importanti meteoriti italiane, identificate internazionalmente con i nomi di ALESSANDRIA, ALFIANELLO, ASSISI, CERESETO, COLLESCIPOLI, MOTTA DI CONTI, ORVINIO, SIENA, TRENZANO e VIGARANO. Alcune di queste, ad esempio VIGARANO, sono di particolare importanza scientifica, perché costituiscono una delle testimonianze più antiche della formazione del Sistema Solare (e con esso della nostra Terra).
Durante la revisione delle collezioni, è stata scoperta una busta contenente dei frammenti di lega metallica appartenenti ad una meteorite ferrosa, caduta nel comune di Montemagno (AT) il 17 febbraio 1935. I frammenti erano accompagnati da una lettera che descriveva la caduta (di cui peraltro esistono tracce nei quotidiani dell'epoca). Il materiale è stato analizzato presso il Laboratorio di Microscopia Elettronica e Microanalisi EDS del Dipartimento di Scienze Mineralogiche e Petrologiche dell'Università di Torino. I risultati sembrano per ora indicare che i frammenti siano parte di un ritrovamento ancora sconosciuto alla comunità scientifica. Sono in corso ulteriori analisi per confermare la natura meteoritica, prima di ufficializzare il ritrovamento secondo le regole scientifiche internazionali.