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Lo Spettacolo della Natura
Storie di scienza e di mondi da conservare
A più di due secoli dalla nascita di Charles Darwin, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino apre "Lo spettacolo della natura. Storie di scienza e di mondi da conservare", quarta e nuova esposizione permanente situata negli spazi della crociera inferiore del seicentesco palazzo, già sede dell'ospedale San Giovanni Battista, opera di Amedeo di Castellamonte.
Il percorso espositivo si sviluppa su una superficie di circa 2.000 metri quadrati articolata in tre macro-aree.
La prima "La diversità della natura", è una sorta di moderna Wunderkammer attraversata da un imponente nastro rosso, elemento scenografico e strutturale che accoglie rari reperti del museo.
Qui la visita si apre sui minerali, in mostra alcuni splendidi esemplari di quarzo che fanno parte della collezione di mineralogia e petrografia del museo, ancora oggi una delle raccolte più prestigiose d'Europa.
A seguire, una piccola foresta di cilindri e lastre trasparenti accolgono tronchi di sughera, di palma, di fusti legnosi di bambù dorato, e ancora fiori, foglie e rami come in un grande stupefacente erbario.
Il nastro rosso conclude il suo cammino con la zoologia: uno spazio dove convivono pacificamente l'inoffensiva testuggine e l'armadillo, insidiosi rettili, l'alce e la tigre.
Sullo sfondo della prima sala spicca una parete in resina che mostra la sequenza stratigrafica dal Pliocene al Pleistocene dell'area astigiana. Questa ricostruzione ci racconta in un colpo d'occhio la sua evoluzione ripercorrendo 5 milioni di anni. Scopriamo così che un mare caldo in cui nuotavano cetacei e sirenidi ricopriva la Pianura Padana.
"Adattamenti ed evoluzione" è il tema sviluppato nella seconda macro-area, composta da due sezioni che ci fanno scoprire i meccanismi che danno origine alla diversità della vita.
Nella prima sezione un posto d'onore spetta a Charles Darwin, ai suoi lunghi viaggi intorno al mondo da cui ricavò le osservazioni, che servirono a sostanziare la sua teoria dell'evoluzione, raccolte nel fondamentale testo "Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale".
La seconda sezione è dedicata soprattutto alle ricerche e ai grandi scienziati che hanno reso possibili le più grandi scoperte del XX secolo. Da Gregor Mendel, lo studioso Ceco che per primo intuì la trasmissione dei caratteri ereditari, fondamento della genetica, fino a James Dewey Watson, il premio Nobel che, assieme ad altri scienziati, scoprì la struttura del DNA.
Nella terza macro-area, "Le foreste del Madagascar", si esplorano, al livello del terreno e delle "canopie", le relazioni tra gli organismi viventi e l'ambiente nella foresta pluviale del Madagascar, campo di ricerca del Museo.
Le canopie realizzate in poliuretano sono opera dell'artista torinese Piero Gilardi.
L'allestimento, attraverso rari reperti museali, exhibit interattivi e multimediali, ricostruzioni scenografiche di ambienti e un tocco d'arte, fornisce le chiavi per comprendere il mondo naturale raccontando, al tempo stesso, il lavoro del Museo: un "archivio" della biodiversità, una miniera di dati per studiare la natura e contribuire alla salvaguardia degli ambienti.
Il progetto intende avvicinare il pubblico in modo innovativo, comunicare le riflessioni più significative nell'ambito delle scienze naturali e le modalità d'esplorazione della natura nella sua straordinaria diversità, attraverso un allestimento che pone al centro il visitatore, sostituendo l'osservazione con la partecipazione e restituendo ai cittadini il patrimonio del Museo, in uno spazio di dialogo con la comunità.
La progettazione e allestimento sono stati affidati a un gruppo di aziende ed esperti, selezionati con una gara europea, coordinato dalla Società Euphon Communication S.p.A. e composto da: Unicity S.p.A. - Roma | Space S.p.A. - Prato | Città della Scienza S.p.A. - Napoli | Cinecittà Studios S.p.A., Roma | Kopa Engineering S.p.A., Torino.
L'ideazione e la direzione del progetto scientifico sono state svolte da Giorgio Celli, il noto etologo, scrittore e divulgatore scientifico italiano scomparso nel giugno del 2011.
Le sue idee e indicazioni sono state sviluppate da un team di progettisti esperti in museografia e museologia, supportato dal personale tecnico e scientifico del Museo e da collaboratori esterni.
L'Arca
Allestita dall'architetto Andrea Bruno come la stiva di una nave da carico dell'Ottecento, questa sala richiama l'Arca biblica in cui si incontrano tutti gli animali e si possono ammirare, recuperati al loro primitivo splendore, i reperti delle preziose Collezioni Scientifiche iniziate nel 1700 e affidate, con una convenzione, alla Regione Piemonte negli anni Ottanta.
Fra i pezzi di pregio presentati si possono osservare molti esemplari appartenenti a specie estinte quali l'alca impenne, il tilacino, l'huia, l'emu nero, il parrocchetto della Carolina, la colomba migratrice americana, il leone di Barberia e il quagga.
Nobilitano ancora questa straordinaria esposizione: un bisonte americano, l'elefante indiano Fritz, dono del viceré d'Egitto Mohamed Aly al Regno Sardo, l'imponente scheletro di balenottera spiaggiata a metà Ottocento a Bordighera.
Storico Museo di Zoologia
Ha avuto origine, a cura dell'Università, nel 1739, e nei primi anni dell'Ottocento divenne una vera istituzione scientifica ed un importante centro per la ricerca, la didattica universitaria e l'esposizione al pubblico.
Tra i vari personaggi che hanno contribuito al suo sviluppo ricordiamo Franco Andrea Bonelli (1784-1830), insigne ornitologo, Giuseppe Genè (1800-1847) che fece importanti studi sulla fauna della Sardegna, Filippo De Filippi (1814-1867), fondatore della Sezione di Anatomia comparata e Michele Lessona (1823-1894) che proseguì l'opera di diffusione in Italia della teoria di Darwin già iniziata dal De Filippi.
Grazie a loro il Museo rappresentò una tappa consueta per i piemontesi che vi affluirono numerosi.
Tra i visitatori più assidui c'era Emilio Salgari che osservando i numerosi animali esotici trasse spunto per i suoi celebri romanzi.
Nel 1878 il Museo fu trasferito a Palazzo Carignano prima, e poi dal 1936 nell'attuale sede in Via Giolitti 34, all'interno del prestigioso complesso architettonico del Castellamonte.
I locali sono stati negli ultimi anni oggetto di importanti lavori di riallestimento museografico da parte della Regione Piemonte - Museo Regionale di Scienze Naturali - cui sono state affidate in gestione alcune collezioni universitarie con un'apposita convenzione, allo scopo di consentirne una nuova fruizione pubblica.
Gli animali esposti, frutto di scambi, acquisti, viaggi, nonché provenienti dai giardini zoologici reali, hanno un'importanza storica eccezionale, in quanto sono collegati alle vicende dinastiche e politiche piemontesi.
Nell'area del Museo, allestita dall'Arch. Andrea Bruno come la stiva di una nave da carico dell'Ottocento che richiama l'Arca in cui si incontrano tutti gli animali, si possono ammirare, recuperati al primitivo splendore, i reperti delle preziose Collezioni Scientifiche iniziate dal 1700 e affidate, con una convenzione, alla Regione Piemonte negli anni Ottanta.
Fra i pezzi di pregio presentati si possono osservare molti esemplari appartenenti a specie estinte quali l'alca impenne, il tilacino, l'huia, l'emu nero, il parrocchetto della Carolina, la colomba migratrice americana, il leone di Barberia e il quagga.
Nobilitano ancora questa straordinaria esposizione: un bisonte americano, l'elefante indiano Fritz, dono del viceré d'Egitto Mohamed Aly al Regno Sardo, l'imponente scheletro di balenottera spiaggiata a metà Ottocento a Bordighera.
Mineralia
"Mineralia" espone alcuni degli esemplari di maggior pregio scientifico ed estetico delle collezioni mineralogiche del MRSN, ordinati secondo una sequenza che tradizionalmente va dalla classe costituita da materiali con composizione chimica più semplice a gruppi con composizioni e strutture sempre più complesse.
"Mineralia" è una sintetica parte di "Mineralia. Storie di minerali e riflessi di cristalli", mostra allestita al MRSN nel corso del 2007 e considerata, per quantità e qualità dei pezzi esibiti, una delle più vaste esposizioni non commerciali mai realizzate nel capoluogo sabaudo.
L'esposizione viene curata e rinnovata del personale della Sezione di Mineralogia, Petrografia e Geologia, con l'esibizione ciclica di splendidi esemplari, così da rendere "Mineralia" costantemente "viva", aggiornata e in tema con le varie mostre temporanee allestite presso il MRSN.
Quadrisfera
E' un'installazione prodotta per Experimenta che oggi entra a far parte degli allestimenti permanenti del Museo Regionale di Scienze Naturali. Si tratta di un complesso gioco di specchi, con suoni e immagini suggestive, grazie al quale il visitatore può assistere ad una multiproiezione in un caleidoscopio tecnologico.
Vi.Vi.Alp
Le Alpi dall'alto
Vi.Vi.Alp. (Virtual Visit Alpine Protected Area) è un'istallazione in 3D che simula una visita all'interno delle aree protette alpine. L'exhibit, realizzato nell'ambito del progetto Interreg III "Alpencom", ha come obiettivo la promozione di una campagna di sensibilizzazione, anche attraverso il gioco e il divertimento, alle problematiche ambientali comuni alle aree protette alpine. Hanno aderito al progetto il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco del Mont Avic, insieme ad altre dieci aree protette dei sei paesi che si affacciano sulle Alpi.