Il Museo Regionale di Scienze Naturali al BasicVillage
Il Museo Regionale di Scienze Naturali “riapre” al BasicVillage di Torino. Dopo la temporanea chiusura della storica sede di via Giolitti 36, l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e il Gruppo BasicNet hanno dato vita a un progetto congiunto per realizzare il primo Temporary Musem di Scienze cittadino.
Da venerdì 13 dicembre, questo nuovo spazio – un grande loft frutto della riconversione di un vecchio edificio industriale, oggi BasicVillage – aprirà al pubblico e ospiterà una serie di esposizioni curate dal MRSN, accanto a un approfondimento culturale permanente, dedicato alla Rivoluzione Informatica e realizzato da BasicGallery, archivio storico di BasicNet.
Nel corso del 2014 saranno esposte presso il Temporary Museum, con programmazione
bimestrale, nuove mostre che coinvolgeranno tutte le sezioni del MRSN.
Inaugura questa nuova stagione espositiva “HI-TECH: un cuore di pietra”, in programma fino al 16 febbraio 2014.
Il Temporary Museum, oltre a ospitare parte delle ricche collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali, presenta un ricco percorso culturale che illustra la storia della rivoluzione informatica attraverso le macchine che hanno segnato le tappe delle conquiste tecnologiche.
Al centro di tutto c’è l’uomo, che – come gli altri animali – è il risultato dell’evoluzione naturale; ma la cui esistenza – a differenza degli altri animali – è contagiata e legata indissolubilmente alle rapide evoluzioni di strumenti e macchine sempre più sofisticate.
Il percorso “La Rivoluzione Informatica: dal Mainframe all’iPad” si snoda in otto aree tematiche.
Otto aree tematiche
1 - Cervelli elettronici, macchine per pochi
Tecnicamente si dovrebbero chiamare Mainframe Computer o Elaboratori Elettronici, ma quando fecero la loro comparsa, negli Anni Quaranta, questi "bestioni" informatici guadagnarono immediatamente l'appellativo di "cervelli elettronici", suscitando non poche paure nella società civile. Nate in ambito militare durante la guerra, erano macchine grosse, pesanti e costosissime. In pochi sapevano usarle e, fino agli Anni Settanta, rimasero appannaggio esclusivo di università, militari e grandi aziende.
(riproduzione del Mainframe IBM 370 – 1970)
2 - La prima spallata ai mainframe: la Programma 101
Nei primi decenni dopo la Seconda guerra mondiale, l'informatica era lontanissima dalla gente comune. I computer erano cari e difficili da usare. In una parola: inarrivabili. Nonostante questo, a metà degli Anni Sessanta, un gruppo di ricercatori della Olivetti credeva fortemente che sarebbe stato possibile ribaltare questa prospettiva. Il gruppo di tecnici italiani, guidati magistralmente da Giorgio Perotto, si mise al lavoro per progettare e poi costruire il primo computer personale della storia: la Programma 101 (Italia, 1965).
(ricostruzione del laboratorio Olivetti dove è stata concepita la Programma 101, esposta in due esemplari)
3 - La grandezza di un'idea la ristrettezza di un garage: la nascita della Apple
Il garage è spesso simbolo di innovazione. In questo garage prese vita, nel 1976, la Apple Computer, azienda che più di altre contribuì alla nascita dell'informatica personale. Un giovanissimo Steve Jobs, convinto delle potenzialità imprenditoriali della microelettronica e dell'informatica personale, persuase l'amico Steve Wozniak a mettersi in società con lui per iniziare a commercializzare una piccola ma innovativa scheda-madre, che poteva connettersi a un monitor e a una tastiera. Nacque così l'Apple-1, prodotto in appena 200 esemplari, primo computer prodotto e venduto dalla Apple.
(ricostruzione del garage di Steve Jobs con l'esposizione permanente dell'originale Apple-1, tuttora funzionante)
4 - Gli Home Computer
A metà degli Anni Settanta, grazie alla diffusione e al costo contenuto dei microprocessori, oltre all'Apple-1, negli Stati Uniti nacquero diversi progetti di piccoli computer destinati agli hobbisti dell'informatica. Tra i tanti ricordiamo l'Altair 8800 (1975, qui esposto) e il Sol20 (1976, qui esposto). Anche in Italia, seppur più in sordina, nello stesso periodo i tecnici iniziavano a costruire computer usando i microprocessori, come è dimostrato dall'iniziativa portata avanti nel 1976 dalla DMD (qui esposto) di Renato Manfreddi. Tuttavia, solo nel 1977 negli Stati Uniti si assisterà a una vera rivoluzione. In quell'anno vennero lanciati l'Apple II (qui esposto), il PET Commodore (qui esposto) e il TRS-80 (qui esposto): tre macchine destinate ad aprire definitivamente il mercato consumer dell'informatica. Tra il 1977 e i primi Anni Ottanta nasceranno molte aziende che proporranno centinaia di modelli, conquistando ogni angolo del pianeta.
5 - PC IBM e Macintosh
Nel 1981, dopo anni di titubanza, il gigante dell'informatica statunitense presentò la sua prima macchina compatta, il modello 5150, conosciuto con il nome di PC IBM (qui esposto). Questo computer oggi è considerato il capostipite di una famiglia che ancora domina il mondo dell'informatica, quella dei PC o dei PC compatibili e contrapposte a quelle con architettura Macintosh, nate nel 1984 in Apple grazie all'opera geniale di Steve Jobs e di un gruppo di ricercatori che lui era solito chiamare "pirati". Con l'apparizione di questi due grandi famiglie, a metà degli anni Ottanta, iniziò il tramonto del coloratissimo e differenziatissimo mondo degli home computer. Aziende come Commodore, Sinclaire, Amstrad e Atari (di ciascuna azienda vengono esposti i modelli originali più popolari dell'epoca) lasciarono spazio ad aziende più strutturate come Apple e IBM e al nuovo mondo dei Personal Computer.
6 - Videogiochi
Ben prima che i computer entrassero nella vita di tutti i giorni, il vero battesimo dell'era digitale era avvenuto attraverso i Coin Op (qui esposto e funzionante) giochi a pagamento che di norma si trovavano nelle sale giochi, dette Arcade, o nei Luna Park. Fu questo il primo vero contatto fra generazioni di ragazzini e il futuro alle porte, il che curiosamente fece coincidere la prima ondata di intrattenimento digitale con delinquenti e sfaccendati vari. Atari, che aveva aperto il mercato Coin Op ai videogame, decise di conquistare il mercato casalingo sfornando la prima console a cartucce intercambiabili: il VCS (qui esposto). La logica era la stesse degli accessori da barba: "regalare i rasoi per vendere le lamette", ovvero offrire la console a basso costo per fare i profitti sulle cartucce. Il gioco funzionò fino a che anche produttori terzi, il primo fu Activision, non iniziarono a pubblicare giochi compatibili con la console, dirottando i profitti nelle loro tasche. Nonostante questa aperture del mercato il settore era ancora molto ricco, il che spinse due grandi produttori di giocattoli, Mattel e Coleco, a lanciare le loro console: l'IntelliVision (qui esposto) e il ColecoVision (qui esposto), che rispetto al VCS alzarono di molto lo standard grafico dei giochi, avvicinandolo a quello dei Coin Op di maggior successo. Dopo il crollo del 1983, dovuto a una ipersaturazione del mercato dei videogame, sembrava che il mondo non avrebbe più voluto sentir parlare di giochi elettronici. Ma, dal Giappone, tale Nintendo (qui esposto) aveva in produzione una console talmente forte da far risorgere il mercato, complice anche un idraulico italiano con baffi neri: conoscete un certo Mario?
7 - Mouse e Lisa Apple
Nei primi anni Ottanta, ancora prima che Steve Jobs pensasse al Macintosh, la Apple presentò il Lisa (1983 – qui esposto). Il Lisa non sarà una macchina fortunata ma presenterà, per la prima volta a livello commerciale, una tecnologia tanto innovativa da stravolgere definitivamente il modo di usare il computer: il mouse e l'interfaccia grafica. L'uso di queste due rivoluzionarie tecnologie non furono un'invenzione di Jobs o della Apple, ma di alcuni geniali ricercatori del centro di ricerca della Xerox, tra cui Alan Kay, Butler Lampson e Chuck Thacker. Questa tecnologia però non fu però mai promossa all'interno della Xerox. Jobs invece, durante una visita ai laboratori della Xerox, verso la fine degli Anni Settanta, riconobbe immediatamente in questa nuova tecnologia il futuro dell'informatica e della Apple. Sarà lui a rendere il mouse e le finestre dell'interfaccia grafica popolari e utilizzabili da tutti.
8 - Informatica portatile
Sembra incredibile, ma gli smartphone che oggi teniamo nelle tasche o i tablet che teniamo negli zaini sono infinitamente più potenti rispetto ai primi computer Mainframe costruiti negli Anni Quaranta. Questo è l'effetto più evidente della rivoluzione iniziata negli Anni Settanta, grazie ad alcuni giovani visionari come Steve Jobs e Bill Gates. Oggi diamo per scontato che un computer sia portatile e potente, ma fino ai primi Anni Ottanta questo non fu possibile e, anche quando computer come l'Osborne 1 (1981 – qui esposto) o il Portable IBM (1984 – qui esposto) uscirono sul mercato, gli acquirenti di queste macchine erano obbligati a portarsi in giro decine di chilogrammi. Oggi, l'iPad (2010 – qui esposto) pesa poche centinaia di grammi.
Orario
Da mercoledì a venerdì: 15,00 > 19,00 | sabato e domenica: 10,00 > 19,00
Informazioni
Numero verde InfoMuseo: 800 329 329